
Il coraggio di cambiare
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Sbagliando s’impara, recita il detto, e ne sono da sempre convinto. Ma poi ho capito che per velocizzare la crescita, si può imparare anche dagli errori altrui. Ecco perchè, proprio ora che ho raggiunto un picco soddisfacente di carriera, ho deciso di licenziarmi dal lavoro che tanto ho amato ed amo, nell’azienda che mi ha cambiato la vita.
No, non ho un’altra offerta di lavoro migliore ad attendermi sul tavolo. Non ho nemmeno vinto alla lotteria ne raggiunto l’esaurimento. Ho ancora bisogno di lavorare e a differenza di altre volte, ho una visione non molto nitida di ciò che succederà. Eppure, c’è qualcos’altro a rinquorarmi in questa scelta.
Sembra una contraddizione, ma c’è un filo conduttore, una prospettiva che spiega questa scelta. La condividerò in questo articolo, facendo chiarezza su:
- Dove tutto è iniziato
- Il momento della verità
- Il coraggio di ricominciare
- Cosa mi aspetta
“Remember that by saying “yes” you are implicitly saying “no” to something else. Each time you make a commitment, you forfeit your chance to commit to something else.” ― Andrew S. Grove, High Output Management
Dove tutto è iniziato
In quest’epoca di Intelligenza Artificiale, essere un ingegnere informatico specializzato in quell’ambito regala molta stabilità, specialmente se ci si è conquistati un ruolo con livelli di autonomia in un colosso tecnologico da 100 mila dipendenti e che innova da oltre 50 anni come la Intel Corporation. Un’azienda straordinaria che mi ha cambiato la vita permettendomi di girare il mondo: 22 paesi, e oltre 300 voli in 8 anni. Mi ha insegnato a mantenere lucidità nei ritmi frenetici, a contribuire a progetti multimilionari e permesso di vivere esperienze internazionali uniche.

Ma con tutti questi presupposti, perchè ho scelto di andarmene?
Grazie alle testimonianze di alcuni colleghi ed amici molto più Senior di me, tanto che alcuni sono prossimi al pensionamento, è emerso un consiglio ricorrente: imparare a gestire bene l’equilibrio lavoro-vita privata prima di ritrovarsi con dei rimpianti per aver dedicato le migliori energie all’azienda lasciando il resto ai ritagli della giornata.
Non mi pento degli anni di sacrifici che ho fatto perchè sono quelli che mi hanno permesso di raggiungere dei traguardi importanti, ma una situazione familiare molto delicata mi ha acceso un campanello dentro e portato a ricalibrare le priorità. Almeno per i prossimi mesi, ho necessità di avere il pieno controllo sulle mie giornate.
Per ridisegnare il calendario è necessario che mi metta in gioco per sperimentare un nuovo approccio, diverso da quello tenuto ultimamente.
Il momento della verità
Gli ultimi 4 anni sono stati ricchi di sforzi. Sforzi tramutati in traguardi dei quali conservo tanti racconti, ma che mi limiterò a riportare in una riga per non annoiarvi:
- Promosso a Technical Lead in AI di Europa, Medioriente ed Africa
- Conseguito un Dottorato in AI, specializzato nell’apprendimento federato
- Pubblicato 8 articoli scientifici (di cui 6 journal internazionali) e co-autore del Libro “L’algoritmo dell’uguaglianza” con prefazione di Liliana Segre
- Divulgazione in TV, radio nazionali e social media: da Cattelan su Rai2, su SkyTG24, TEDx, collaborato con Geopop, Marco Montemagno, Factanza e molti altri
- Nominato da “La Repubblica” come uno dei 500 talenti che contano in AI, girato le scuole d’Italia con il Corriere della Sera e intervistato da Forbes sul futuro dell’AI
- Scritto uno spettacolo teatrale “Mi AI rubato il lavoro?”, per aiutare ad accrescere la consapevolezza sulla tematica tra i non esperti.
- Nominato “Volontario dell’anno” da Junior Achievement, associazione candidata al Nobel per la Pace, per il mio impegno con gli studenti delle superiori
- Tenuto una lezione agli studenti magistrali di Stanford e organizzato corsi universitari
- Aperto i miei canali di divulgazione per aumentare consapevolezza tra i non-esperti su Instagram, TikTok e YouTube
Tutto questo, continuando a svolgere il mio lavoro in Intel, aiutando clienti in 3 continenti a sviluppare nuovi progetti basati su Intelligenza Artificiale e ricevendo diversi premi.
Lista di traguardi personali che mi inorgoglisce ma che celano una domanda cruciale: a cosa ho rinunciato? Qualè il prezzo che ho pagato per raggiungerli?
La risposta che mi son dato mi ha portato a riconsiderare le mie priorità e fare una scelta che il Walter del futuro, magari 70enne forse validerebbe ad occhi chiusi, ma che a quello di oggi genera un sacco di paure e incertezze.
Il coraggio di ricominciare
Non è la prima volta che ho paura, l’affronterò come sempre.
Ne avevo quando ho mollato un lavoro da metalmeccanico in fabbrica per finire in Marocco a fare l’animatore in un villaggio turistico, lasciando famiglia ed amici. Ne avevo quando ho lasciato una promozione a capoanimatore alle maldive per iscrivermi all’università in una città che non conoscevo. Ne ho avute quando mi son ritrovato a Edinburgo senza un lavoro e sul conto i soldi per pagare giusto l’ultimo affitto ed il biglietto di ritorno. Ne ho avute ogni volta che all’inizio del mio lavoro mi parlavano in inglese e non capivo cosa dovessi fare. Ne ho avute sul palco davanti a 300 persone o in diretta TV.
Non è la prima volta che sento una vocina strampalata nella mia testa suggerirmi un percorso diverso dalla strada principale. Da piccolo avevo paura di seguirla. Ora la seguo nonostante la paura perchè a scegliere si diventa bravi anche sbagliando, e sbagliare con la propria testa è uno dei modi più efficaci che mi ha permesso di crescere. Guardando oltre quelle paure, c’è un progetto che potrò dimensionare per me stesso affinchè le nuove priorità siano rispettate. Trovo questo aspetto estremamente stimolante e non vedo l’0ra di mettermi in gioco.
Quindi il piano futuro prevede di dire sì a tante cose che avevo tenuto da parte negli scorsi anni e nel frattempo continuare a restare nel mio ambito preferito, l’AI, in diverse vesti:
- Servizi di Speakership per eventi e Formazione aziendale a livello internazionale, a cui si aggiungerà la consulenza professionale ad un numero limitato di clienti (per evitare ritmi insostenibili)
- Spazio all’apprendimento: mi concederò più tempo per approfondire lo studio di metodi e software che poi condividerò con voi grazie al nuovo canale YouTube
- Tour italiano del mio Show teatrale “Mi ‘AI’ Rubato il lavoro?” per accrescere la consapevolezza anche tra i non esperti, tra una risata ed uno spunto di riflessione
Tutto questo gestito mantenendo un occhio sul calendario, in modo da lasciare spazio alla famiglia, a me stesso ed a tutto ciò che di nuovo potrà accadere.
Sapete, addstrare un modello AI a fare qualcosa da molta soddisfazione…ma anche addestrare il tuo cavallo a rispondere al tuo richiamo è molto appagante e ci sono tante analogie nei processi 🙂

Cosa mi aspetta?
Voglio concedermi il tempo per sperimentare con le attività attuali e vedere fin dove arrivo. E’ la prima volta che sono datore di lavoro di me stesso per progetti non secondari. che sono totalmente datore di lavoro di me stesso. Se dovessi scoprire che non fa per me, sono sempre in tempo a cambiare rotta e tornare sui miei passi, oppure a cambiare Paese. Per ora voglio provare a mettermi in gioco qui, in Italia, a casa.
Se vi andasse di restare in contatto o lavorare con me, ecco come fare:
- Diamo vita al Tour dell’AI Show: tramite sponsorizzazioni o contatti. Ci sono già 5 date in cantiere che annuncerò a breve, ed altre 3 in discussione. Siamo ancora in tempo per estendere l’iniziativa
- Attraverso il sito web, o i canali social per speakership e formazione aziendale
- Interagite con i miei canali e fatemi sapere se vi sono utili: penso che rendere l’AI più comprensibile non sia solo utile ma necessario. Specialmente per i non-esperti. Ritengo che chi sia un pò più informato abbia un dovere morale nel condividere per togliere timori e facili entusiasmi. Ogni like, commento o condivisione di contenuto, per chi divulga è un grande aiuto!
Prima di chiudere, ringrazio Intel per tutto ciò che mi ha permesso di imparare, professionalmente e personalmente. L’AI è una maratona e non credo che sia stato fatto nemmeno il primo chilometro; è una storia che deve essere scritta e auguro all’azienda di continuare ad esserne parte da protagonista.
